LA STANZA di Francesco Caronia
  


Francesco Caronia
   

LA MIA SICILIA


Premessa

La parola cuntasia, che non avevo mai sentito prima, è stata pronunciata da una signora novantenne, durante una conversazione nella quale aveva dato prova  della sua  eccezionale memoria, recitando tutta una serie di cùntura che, in altri termini, potremmo definire racconti, nenie, favole, filastrocche, poesiole.

Oggetto delle composizioni erano prevalentemente argomenti di carattere religioso, ma anche riguardanti il costume, satira e credenze popolari, molto diffuse nel mondo contadino e tramandati da genitori a figli, tra vicini di casa o compagni di lavoro.

Quello che rimane oggi della cultura popolare d’un tempo è poca cosa, limitata in massima parte alla poesia dialettale la cui passione  attrae personaggi di tutti i ceti sociali, di diverso livello culturale, ma dotati di una particolare abilità nel verseggiare mettendo insieme parole che formano versi e quindi strofe, fra loro legati da una ripetizione , più o meno regolare, della rima e del ritmo.

In questo contesto, il termine cuntasia appare calzare abbastanza alle composizioni di cui sopra, dove prevale l’esigenza di trasmettere il sentimento religioso, retaggio dei tempi che furono, o fare satira su fatti di costume, o lanciare messaggi prendendo spunto da fatti realmente accaduti. Sembrerebbe coniato apposta.

Marca la distanza, invece, con la poesia, intesa come creazione artistica di nobile astrazione, che stimola la mente e la fantasia, in grado di trasmettere sentimenti, emozioni e musica, dove non ci sono note ma parole.

Ecco che cuntasia potrebbe meglio rappresentare tutte quelle composizioni che non raggiungono il livello artistico vero e proprio, usano spesso un linguaggio approssimativo, rima incerta o addirittura assente, ma pur sempre vogliono raccontare un fatto curioso, lanciare un messaggio o parlare di un avvenimento singolare o comportamento di costume che si presta a essere criticato o osannato.

Lascio agli esperti l’approfondimento dell’aspetto semantico, tuttavia colgo l’occasione che casualmente si è presentata per proporre le poesie che seguono proprio con il titolo di cuntasie, piuttosto che poesie.

Ogni brano che segue riporterà a piè di pagina,  un breve commento che  introdurrà ad una agevole lettura, soprattutto per coloro che non hanno molta confidenza con la lingua siciliana. Le recensioni delle singole cuntasie sono state curate dalla prof.ssa Francesca Gardana, che ringrazio.

Le stesse cuntasie sono state trascritte anche in lingua italiana.

Come vedrete, gli argomenti trattati spaziano su tematiche le più disparate, a conferma del fatto che gli interessi dell’uomo sono e devono essere illimitati, per una migliore e completa comprensione di quanto accade intorno a noi.

Infine voglio far presente che si tratta di un esordio, di un dilettante che non ha alcuna presunzione di impartire lezioni a nessuno, semmai voglia di comunicare, nei modi e nella maniera più semplici possibili, quanto per esperienza di vita ha acquisito o ritiene sia giusto e opportuno trasmettere.
 

Francesco Caronia

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