LA STANZA di Francesco Caronia
  


Francesco Caronia
   

RACCONTI


LA GAZZA CON LA CAMICIA

Un mattino di primavera Irene si era affacciata dal balcone di casa per respirare una boccata d’aria fresca e farsi accarezzare dai raggi di un sole insolitamente splendente.

            Andrea, finita la colazione, stava caricandosi lo zainetto sulle spalle per andare a scuola ma, sentendo la sorellina gridare con voce concitata, corre subito verso il balcone e vede Irene che, sporgendosi verso l’esterno, indicava in basso nel giardino, sotto la magnolia, una piccola gazza che era caduta dal nido e non sapeva ancora volare.

            La gazza madre le stava accanto e saltellando gracchiava per tenere a distanza di sicurezza un grosso gatto nero e peloso che non sembrava avesse buone intenzioni.

            Andrea non commentò neanche, si diresse verso l’uscio, scese le quattro rampe di scale in un baleno e si precipitò in giardino.           La piccola bestiola barcollava muovendo timidamente le ali. Andrea la prese in mano e si accorse che tremava come una foglia, per il volo mal riuscito, mentre il cuoricino di entrambi batteva ad un ritmo più concitato del solito.

            Andrea tornò a casa felice di averle salvato la vita e, dopo averla sistemata provvisoriamente in una scatola di cartone, su consiglio della mamma, prese per mano la sorellina e si recarono a scuola, riservandosi di valutare dopo il da farsi, con calma.

            Tornati da scuola, presero la vecchia gabbia del canarino che era conservata in cantina e vi sistemarono la piccola gazza. Riempirono la vaschetta dell’acqua e in quella del mangime misero  molliche di pane, anche se non erano sicuri che fosse il cibo più adatto. Sistemarono la gabbia sul balcone, sopra una panchetta e rientrarono per nascondersi dietro la tenda a osservare tutti i movimenti della bestiola, senza essere visti.

La piccola gazza continuava a lamentarsi e teneva il becco sempre aperto per la fame, ma non si avvicinava alle vaschette dove avrebbe potuto dissetarsi o mangiare qualche briciola. Dopo alcuni minuti, la gazza madre andò a posarsi sulla ringhiera del balcone e gracchiando cercava di rassicurare la figlioletta che apriva le ali come se volesse uscire dalla gabbia per raggiungerla.

Poi la madre si allontanò per tornare poco dopo con qualcosa nel becco che infilò fra le barrette metalliche della gabbia e imbeccò la bestiola che mostrava di gradire.

Nonostante avesse osservato attentamente tutta la scena, Irene non era riuscita a vedere che cosa gli avesse messo in bocca ma era felice di osservare che la madre non si era dimenticata della figlioletta e  continuava ad accudirla, affrontando e superando ogni difficoltà. I viaggi continuarono  per tutto il pomeriggio e poi non si fece più vedere.

Irene e Andrea ne approfittarono per avvicinarsi alla gabbia e videro che sul pavimento c’erano dei noccioli di ciliegie. Ne dedussero che la mamma la nutriva con delle ciliegie selvatiche e quindi bisognava procurarle al più presto per aiutarla a crescere.

Per tutta la settimana successiva la gazza mangiò ciliegie in abbondanza e cominciava a svolazzare all’interno della gabbia. La mamma si avvicinava più volte il giorno e portava anch’essa qualcosa da mangiare. I ragazzi avevano valutato che il pulcino era cresciuto abbastanza e che fosse arrivato il momento di liberarlo.

Il mattino successivo, era domenica, Andrea ha visto la madre agitata che saltava tra la magnolia e la ringhiera, quindi uscì sul balcone, aprì lo sportellino della gabbia e ritornò dentro per godersi la scena, accanto ad Irene. La gazza madre si pose sulla ringhiera, proprio di fronte alla gabbia e cominciò a gracchiare e a muovere le ali.

Sembra proprio che il pulcino abbia compreso il messaggio e, uscito dalla gabbia, con un salto raggiunse la ringhiera, accanto alla madre.

Dopo pochi convenevoli, spiccarono il volo appaiati per raggiungere la magnolia dove c’era il nido, scomparendo fra i rami e foglie.

L’operazione salvataggio era pienamente riuscita e i ragazzi erano felici di poter raccontare a tutti la bellissima esperienza vissuta.

Francesco Caronia

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