Obiettivo raggiunto !
Ero molto soddisfatto di
me stesso, e in
particolare dei ragazzi
del complesso che con
grande passione si
impegnavano in tutto ciò
che facevamo, anche a
costo di duri sacrifici.
Ho sempre preteso molto
da tutti i componenti
del gruppo, specialmente
durante le prove dei
brani, ripetendo
all’infinito ogni
passaggio e ogni singola
variazione, costruendo
tutto a piccole porzioni
che poi si univano le
une alle altre per
essere eseguite di
nuovo. Ad ogni errore si
riprendeva dal
principio, poi un’altra
volta il brano intero,
alla ricerca della
perfezione.
Forse solo in quel
momento mi sono davvero
sentito il leader del
gruppo: vedevo
realizzarsi il
Sogno,
la felicità e l’orgoglio
dei quattro ragazzi che
mi stavano intorno, il
loro entusiasmo per il
successo che stavamo
ottenendo.
La primavera del 1968,
Maurizio partì per un
periodo di circa un
mese, per recarsi in
Italia insieme alla sua
famiglia. Dovevamo
trovare una soluzione
temporanea per
sostituirlo durante
questo breve periodo di
assenza: avevamo preso
diversi impegni con l’Underwater
e lo Shooting Club, e
non avremmo potuto
rispettarli senza un
cantante. Roberto
raccomandò al gruppo un
certo
Enzo Trapani,
suo fraterno amico, che
possedeva buone qualità
vocali.
Enzo Trapani,
nato a Tripoli il
25.02.1950
L’allegria
personificata, bravo
ragazzo, mite e
sensibile, buona voce.
Enzo cominciò a provare
con noi e si impegnò
moltissimo per acquisire
il nostro repertorio,
con tutte le modifiche
che avevamo apportato ai
brani. Riuscì ad
imparare in fretta, e
dopo qualche giorno era
pronto a debuttare con i
Milords.
Il suo esordio avvenne
una domenica mattina
all’Underwater, a bordo
piscina.
Prima di iniziare a
cantare ci investì:
“Siete tutti
matti!…Cantare di buona
mattina, con le corde
vocali ancora fredde…La
prima esibizione,
all’aria aperta, sarà un
disastro…!”
Lo rassicurammo,
dicendogli che sarebbe
andato tutto bene e che
Roberto ed io lo avremmo
aiutato a rompere il
ghiaccio nell’impatto
con il pubblico, ma il
ghiaccio lo sciolse lui,
anzi lo fece diventare
bollente! Così Enzo
rimase nel gruppo anche
dopo il ritorno di
Maurizio dalla sua
vacanza italiana e i
Milords
cominciarono ad esibirsi
in una veste nuova, con
due cantanti solisti,
per cui alcuni brani
erano interpretati da
Maurizio e altri da
Enzo. Al repertorio
avevamo aggiunto anche
alcuni pezzi
esclusivamente
strumentali, arrangiati
durante l’assenza della
nostra prima voce, allo
scopo di non caricare in
modo eccessivo il lavoro
di Enzo. Una sera all’Underwater
club, durante una pausa
della nostra esibizione,
venimmo avvicinati da un
distinto signore di
nazionalità incerta,
forse francese,
sicuramente europeo. Si
presentò a noi
esprimendosi in un
ottimo italiano e tutti
gli stringemmo la mano
dicendo i nostri nomi.
Eravamo un po’
perplessi, non
riuscivamo ad immaginare
cosa mai potesse volere
da noi.
- Rappresento vari
gruppi musicali sia in
Italia che in altri
paesi del Mediterraneo –
ci disse. - Ho ascoltato
la vostra musica e sono
rimasto molto colpito
dal vostro modo di
suonare, veramente
interessante e
originale…Vi
interesserebbe suonare
in un locale a Tunisi?
Vi posso offrire un
contratto di una
settimana. Poi, se tutto
va bene, e sono sicuro
di questo, si potrebbe
proseguire con altre
serate al
Piper,
dove si esibisce
Patty Pravo…Voi
potreste suonare durante
i sui intervalli.
Allora, cosa ne dite?
Ci guardammo increduli,
pensando ad uno scherzo.
- Ci dia qualche giorno
di tempo per
pensarci…Siamo tutti
minorenni e non possiamo
decidere da soli (la
maggiore età, allora,
era 21 anni)…
- Va bene ragazzi, avete
ragione. Ci vediamo
sabato prossimo.
L’impresario ci strinse
la mano e si allontanò.
Lo stupore era ancora
disegnato sui nostri
volti. Alcuni iniziarono
a commentare:
- Quello ci vuole
prendere in giro…
- E’ uno scherzo!
- I miei non vogliono
nemmeno che venga qui a
cantare la sera,
figuriamoci andare in
Tunisia! – esclamò
Maurizio.
- Facciamo così: più
tardi, terminata la
serata, andiamo dal Sig.
Papadopulos e gli
chiediamo se quel tipo è
veramente chi dice di
essere…
…
Come deciso, a fine
serata ci recammo
nell’ufficio del
proprietario del Club
per sentire il suo
parere…
- Si, lo conosco, - ci
rispose il Sig.
Papadopulos - è un
impresario musicale. Mi
ha proposto alcuni
gruppi per le serate non
impegnate da voi, ma non
sono interessato. I soci
vengono qui soprattutto
il venerdì e il sabato
sera; durante il resto
della settimana non c’è
quasi nessuno…E’ una
persona seria, non vi
sta prendendo in giro.
Potete fidarvi, lo
conosco da molto tempo…
Ringraziammo il sig.
Papadopulos e andammo a
raccogliere i nostri
strumenti commentando
l’avvenimento. Già
sognavamo il radioso
futuro che ci si
prospettava innanzi, ma
Maurizio era stato
profetico…
La secca risposta dei
suoi genitori sarebbe
stata “Non se parla
nemmeno! Pensa a
studiare!”. E pressoché
identiche furono le
reazioni di tutte le
altre famiglie…
Sfiorati dalla grande
occasione, tornammo con
i piedi per terra nella
nostra Tripoli.
…
Qualche tempo fa, ho
letto un’intervista a
Maurizio Vandelli,
cantante e chitarrista
dell’ Equipe 84, il
quale alla domanda “cosa
rimproveri al destino
per il vostro successo?”
rispose: “Non essere
nati in Inghilterra o
negli Stati Uniti:
sarebbe stata tutta
un’altra cosa!”.
Noi saremmo stati molto
felici se il nostro
complesso fosse nato in
Italia…
…
Mentre scrivo,
raccontando la storia
dei
Milords,
noto come nei ricordi
degli avvenimenti non vi
sia alcuna
consapevolezza del
momento magico che
stavamo
vivendo…Giornalisti che
ci chiedono interviste,
i nostri nomi sul
giornale italiano di
Tripoli, inviti a
partecipare a
competizioni canore, la
nostra musica richiesta
per importanti
avvenimenti della
comunità italiana,
proposte musicali per
suonare fuori dalla
Libia, locandine
pubblicitarie…
Per noi l’importante era
fare musica, calcare il
palcoscenico, ricevere
applausi, cantare e
suonare per il solo
piacere di farlo.
Oggi le cronache
raccontano di giovani
che pur di apparire sui
giornali o in
televisione sarebbero
disposti a fare
qualunque cosa, anche a
vendersi l’anima,
accettando compromessi
assurdi e spesso
immorali. Giovani che
fanno di tutto, pur di
ottenere l’agognato
Successo,
effimero quanto il
plauso tributato loro.
Giovani il cui unico
traguardo, da
raggiungere ad ogni
costo, è quello di
essere riconosciuti per
strada, da un pubblico
egoista, che cerca solo
di soddisfare la propria
morbosa curiosità,
riempiendo i vuoti di
un’esistenza troppo
piena di ogni cosa…
…Quanto era diversa la
vita, negli anni
’60!…Quanto erano più
semplici, e ingenui
forse, i nostri sogni e
nostre le ambizioni!...